Il Gaming disorder (o dipendenza da videogiochi) è una condizione patologica di abuso dei videogiochi che può essere considerata una sottocategoria della dipendenza da internet. Generalmente chi si trova in questa condizione dedica una quantità di tempo eccessivo al gioco, sacrificando attività più importanti come lo studio o il lavoro. Ne avevo già parlato approfonditamente in questo articolo: La dipendenza da videogiochi: definizione e diagnosi.
Così, dopo aver studiato le caratteristiche di questo disturbo, ho cominciato ad interrogarmi sul trattamento del gaming disorder. Fin da subito con l’intuizione che un “semplice” trattamento orientato alla dipendenza potesse non essere sufficiente. Quindi come “curare” la dipendenza da videogiochi?
Il trattamento e la cura
Si può fare qualcosa per curare la dipendenza da videogiochi e più in generale la dipendenza da internet? Ed eventualmente qual’è il trattamento per il gaming disorder?
La risposta è si e l’analisi di Torres-Rodríguez, Griffiths e Carbonell mostra un interessante spunto per la costruzione di un percorso psicologico personalizzato per adolescenti e giovani adulti con IGD (internet gaming disorder). Il presupposto che trovo interessante, e che condivido, è che per ottenere risultati reali e duraturi non basti concentrarsi solo sul comportamento disfunzionale. Occorre costruire un percorso più completo (che descriverò nel capitolo successivo) che comprenda certamente un focus primario sull’abuso del videogioco, o del mezzo elettronico, come sintomo da trattare. Oltre a questo bisogna comprendere:
- Il disagio che ha portato allo sviluppo di questa dipendenza.
- I fattori predisponenti allo sviluppo di questo tipo di disturbo. Generalmente vengono considerati i fattori biologici, di personalità, ambientali e stressogeni/situazionali.
- Eventuali disturbi correlati. In molti casi l’internet gaming disorder è associato a disturbi depressivi, disturbi dell’umore, stress e disturbi d’ansia.
Le diverse fasi di trattamento
Condividendo il pensiero degli autori sopra citati, nelle prime fasi del trattamento del gaming disorder ritengo importante l’intervento motivazionale basato su un ascolto attivo ed empatico, sul riconoscimento del problema e sulle sue conseguenze, e sulla definizione di obiettivi condivisi. Poi l’intervento psicoeducazionale riveste un ruolo, per me, centrale. L’internet gaming disorder ha una caratteristica che lo differenzia da altri tipi di dipendenza: il fatto che non è sufficiente allontanarsi dallo strumento tecnologico. Occorre riappropiarsi di un utilizzo sano e cosciente del PC e dello smartphone, che ormai sono strumenti indispensabili per qualsiasi cittadino che desideri essere integrato nella società.
Intervenire sulla dipendenza rimane il cuore di questo tipo di intervento psicologico e ci si può focalizzare sulla capacità di autocontrollo del soggetto e contestualmente sulla sua eventuale impulsività, sulle sue convinzioni errate che si legano al disturbo, sulle conseguenze negative della dipendenza ed infine sulla risoluzione delle cause che originariamente portarono allo sviluppo del disturbo.
Infine, per prevenire possibili ricadute ma anche per aumentare il generale well-being della persona, si dovrebbe predisporre una serie di colloqui non direttamente incentrati sulla dipendenza da videogiochi o sulla dipendenza da internet. Più specificatamente momenti di lavoro per lo sviluppo, da una parte, di abilità intrapersonali come il lavoro sull’identità del sè, sulla propria autostima e sulle abilità di problem-solving. Dall’altra abilità interpersonali e di relazione con gli altri.
Poi ci si può concentrare sulla famiglia, migliroando la comunicazione tra i membri e individuando gli atteggiamenti disfunzionali che si sono consolidati negli anni.
Concludono il percorso una fase di chiusura, con valutazione degli obiettivi raggiunti e follow-up.
Conclusioni
Quando si è in una condizione di abuso sistematico di videogiochi, smartphone o internet è necessario rivolgersi ad uno psicologo. Questo può strutturare un percorso ramificato che tratta ovviamente il nucleo sofferente della dipendenza, ma che aiuta anche il soggetto a sviluppare strumenti e abilità per evitare una ricaduta e risolvere le cause originarie che hanno portato alla nascita del disturbo.
Tuttavia quanto sopra esposto non costituisce un protocollo di intervento standardizzato. Il mio articolo vuole riprendere un’intuizione personale che è formalizzata e sviluppata dagli autori sopra citati nel protocollo PIPATIC. L’efficacia si è dimostrata ottima.
BIBLIOGRAFIA
Alexandra Torres-Rodríguez, Mark D. Griffiths, Xavier Carbonell, The Treatment of Internet Gaming Disorder: a Brief Overview of the PIPATIC Program. Int J Ment Health Addiction (2018).