1) Emergenza in Occidente: stiamo vivendo un’epidemia di solitudine
Mentre mi recavo al lavoro ascoltavo la radio e una notizia ma ha colpito in particolar modo: “Epidemia di solitudine, è emergenza negli USA”. L’articolo è stato ripreso un po’ da tutti i quotidiani, anche da Repubblica e dall’Ansa ma senza un minimo approfondimento dal punto di vista psicologico o sociologico. Questo fenomeno, come sottolineato da Vivek Murthy, responsabile della salute pubblica degli Stati Uniti, non è solo una questione di salute mentale, ma ha anche implicazioni fisiche significative. Come sappiamo da tempo, infatti, mente e corpo costituiscono un legame indissolubile. La solitudine e l’isolamento involontario possono portare a una serie di problemi di salute: insonnia, alterazioni del sistema immunitario, problemi al sistema cardio-circolatorio, disordini alimentari, algiche e, ovviamente, ansia, depressione e dipendenze.
Dal punto di vista psicologico, la solitudine può essere vista come un sintomo di un problema più ampio. È un segnale che qualcosa nel nostro ambiente sociale non sta funzionando come dovrebbe. Lo scriveva Artistotele quasi 2500 anni fa: “L’uomo è un animale sociale” e per sua natura è necessario che interagisca con gli altri uomini. La solitudine può derivare da una varietà di fonti, tra cui la mancanza di connessioni sociali significative, l’emarginazione, la povertà e la disoccupazione. Inoltre può essere esacerbata da fattori come la perdita di legami sociali e culturali e l’indebolimento del sistema individuo-comunità.
2) Non una questione di numeri
Ci tengo a sottolineare che per solitudine non intendo la lontananza fisica da altri individui, quanto piuttosto una mancanza di legami significativi o profondi con le persone. D’altronde ci si può sentire soli anche quando si è circondati dalle persone poichè non è la quantità di persone che abbiamo intorno a fare la differenza, quanto piuttosto la qualità.
Quindi la solitudine non è solo una questione di mancanza di interazione sociale. È una sensazione di disconnessione, di non sentirsi compresi o apprezzati. È la sensazione di non avere legami. Può essere una conseguenza di vivere in una società che valorizza l’individualismo e la competizione a scapito della comunità e della cooperazione.
È importante notare che la solitudine e l’isolamento non sono sempre la stessa cosa. Mentre l’isolamento si riferisce a una mancanza oggettiva di contatti sociali, la solitudine è una sensazione soggettiva di disconnessione dall’ambiente in cui si vive.
3) Come affrontare l’epidemia di solitudine
In conclusione, l’epidemia di solitudine è un problema complesso che richiede una risposta multidisciplinare. Non è sufficiente affrontare i sintomi senza affrontare le cause sottostanti. Come società, dobbiamo lavorare insieme per creare un ambiente in cui tutti si sentano connessi, apprezzati e sostenuti. Per questo motivo credo sia necessario cambiare alcune fondamenta della nostra società. in primis creare comunità fondate sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione. E riappropriarsi di obiettivi da raggiungere, per i quali valga la pena collaborare.