Vale la pena diventare psicologo in Italia nel 2022? Com’è attualmente il rapporto costi/benefici?
Sono Simone Zamboni e sono psicologo iscritto all’albo della Lombardia. Lavoro a Brescia e online. In questo breve articolo condividerò alcuni dati e riflessioni personali (nonchè esperienze sul campo) sull’attuale stato della professione di psicologo in Italia.
La situazione lavorativa degli psicologi in Italia
Per come stanno le cose oggi non conviene diventare psicologo. O meglio, non vale la pena se il tuo obiettivo è avere un posto di lavoro assicurato e uno stipendio sopra la media.
1 psicologo ogni 400 abitanti
Nell’ultimo decennio sono stati molti i giovani ad iscriversi alla facoltà di psicologia e come conseguenza vi è stato un aumento importante della concorrenza tra professionisti. Ad oggi risultano circa 22.500 iscritti attivi all’albo degli psicologi della Lombardia, quindi vuol dire che ogni 440 abitanti c’è uno psicologo. A Milano il rapporto è di 1 psicologo ogni 230 abitanti, a Brescia 1 psicologo ogni 280 abitanti.
Questa statistica non sembra destinata ad invertire la rotta, anzi. Le persone iscritte ad una facoltà di psicologia sono sempre tante e nei prossimi anni sarà ancora più facile e veloce diventare psicologi, perchè ci sarà una rimodulazione del tirocinio.
Il dato, però, non è dissimile ad altre professioni sanitarie (il rapporto con i medici su base italiana non è sostanzialmente diverso). Il problema è che i medici sono inseriti in contesti pubblici, mentre gli psicologi devono muoversi nel settore privato, decisamente più competitivo.
Iper-specializzati per necessità
L’elevata concorrenza tra psicologi ha portato alla necessità di differenziarsi rispetto ai propri competitor. Quindi negli ultimi anni sono esplosi corsi, master, dottorati e scuole di specializzazione. Si rischia di generare una corsa senza fine a chi ha più titoli da spendere sul mercato del lavoro. Inoltre non conviene diventare psicologi perchè l’investimento economico è elevato e passa molto tempo prima di raccogliere i frutti dei propri studi.
L’aumentare di opportunità formative è sicuramente un bene, a patto che il professionista sia mosso da un autentico desiderio di miglioramento professionale e di aggiornamento. Attenzione a non frammentarsi professionalmente solo per cercare di acchiappare più clienti!
Chi abbandona il treno dell’iperspecializzazione, poi, rischia di venire schiacciato professionalmente dai competitor e può trovarsi a lavorare in campi che non sono psicologici.
Dallo psicologo ci vanno i matti
L’aumentare deciso del numero di psicologi si è accompagnato ad un cambio di visione della figura del professionista. Tuttavia permane in alcuni l’idea che dallo psicologo ci vadano solamente i matti. Sappiamo che non è così: un percorso psicologico porta grandi benefici anche a persone sane in momenti di difficoltà. Fortunatamente vecchie idee di manicomiale memoria stanno scomparendo, ma mai troppo velocemente.
Quindi conviene o no diventare psicologi?
Per le opportunità lavorative e per lo stipendio direi di no. Nemmeno se consideriamo il rapporto costi benefici: diventare psicologo è un lungo percorso che richiede 5 anni di università, 1000 ore di tirocinio non pagato (equivalenti ad un part-time di 1 anno) e il superamento dell’esame di stato, suddiviso in 4 prove.
Tuttavia credo non sia buona cosa costringersi a fare un lavoro che non piace. Quindi se davvero vuoi diventare psicologo rimboccati le maniche. La strada è tutta in salita per questa professione bellissima e così ricca di soddisfazioni!
Lungi da me scoraggiare giovani studenti dal diventare psicologi. Con questo breve articolo ho voluto offrire un punto di vista alternativo che fosse focalizzato sul mondo del lavoro degli psicologi, in Italia, nel 2022.